La presenza nella cittadina silana del segretario provinciale del Pd, Vittorio Pecoraro in vista delle elezioni del 25 settembre, è stata un vero e proprio flop.
In quella che è stata la storica roccaforte calabrese della sinistra che alle elezioni politiche ed amministrative ha quasi sempre realizzato affermazioni schiaccianti( alle elezioni amministrative del 2015 il 90% dei consensi), alla chiamata degli iscritti e dei simpatizzanti, si sono presentate solo una decina di persone (qualcuno dei presenti ha detto 12 per la precisione). È vero che la riunione è stata convocata dal segretario provinciale, nonchè commissario del circolo, Vittorio Pecoraro ,tramite qualche centinaio di watsApp inviati ad iscritti e simpatizzanti, ma anche questo è un dato significativo della profonda crisi in cui versa il PD nella città di Gioacchino da Fiore.  Evidentemente i fatti, che sono accaduti negli ultimi due/tre anni, con una gestione commissariale e con una parte consistente e significativa del partito tenuta fuori o ai margini, hanno contribuito non poco a determinare questa incredibile e pesante situazione.  Basti pensare al trattamento riservato a figure di primo piano del Pd e della sinistra calabrese, come Mario Oliverio o ad amministratori, come Pino Belcastro e tanti dirigenti e militanti che non hanno accettato i diktat e le imposizioni romane e negli ultimi tempi cosentine, per rendersi conto della situazione attuale.
Tuttavia alla vigilia di un appuntamento importante,  com’è quello delle elezioni per il rinnovo dei due rami del parlamento, ci si aspettava una risposta diversa in termini di partecipazione. Ma tant’è! Il segretario provinciale ha cercato di caricare i pochi presenti in vista delle elezioni del 25 settembre. Ha chiesto uno sforzo per cercare di sensibilizzare gli iscritti e i simpatizzanti. Ora se è riuscito nell’intento non lo sappiamo. Certo vedere pochi intimi lascia presagire scenari non molto entusiasmanti. Staremo a vedere se nei prossimi giorni ci sarà, come ha chiesto Pecoraro, anche nella veste di commissario del Circolo, la costituzione di un comitato elettorale.
La cosa, però, che ha lasciato tutti esterrefatti è stato quando sono andati per accendere la luce della storica “casa del partito”  di via Dante Alighieri  e constatare che la fornitura dell’energia elettrica era stata staccata, forse da più tempo considerato, come dice qualcuno dei presenti, che è da tanto che non si svolgono riunioni e la sede rimane chiusa. Evidentemente nessuno si era preoccupato di pagare le bollette della luce.  E così la piccola riunione si è svolta grazie alle torce dei telefonini accese per l’occorrenza. Non c’è dubbio che vedere un partito che è stato la guida di questa città per oltre mezzo secolo fa male alla democrazia.  Non può non provocare una seria riflessione senza la quale sarà difficile rivedere sventolare le bandiere dei democratici in questa città. E il centro-destra, evidentemente, gongola!