La festa del Santo Patrono.

di Lucia Lucente

San Giovanni Battista: una devozione che si perde nella notte dei tempi.

  “E la grazia chi t’ aiu circatu umme po desere negata…”

Questi alcuni dei versi del canto in vernacolo in onore del nostro Santo Patrono, San Giovanni Battista, un canto che si tramanda di generazione in generazione e che ci riporta agli anni dell’infanzia e al ricordo dei nonni, prima e dei genitori, dopo. Trepidanti, ci prostravamo davanti a quella statua, così perfetta da sembrare in carne ed ossa e attendevamo la festa, uno dei momenti più intimi e suggestivi della vita paesana. Era un momento di aggregazione per l’intera comunità, mentre le noti altisonanti della musica classica echeggiavano sul palco, appositamente allestito. Gli emigrati, da sempre numerosi nel nostro paese, inviavano sostanziose cifre, soprattutto quelli della “Merica bona” e della “Sguizzera”, affinché tutto riuscisse nel miglior modo possibile. C’era un abbandono fiducioso alla Fede, fiaccola illuminante dell’iter terreno di una popolazione che lottava, quotidianamente, per guadagnare il pane quotidiano. Anche noi bambini ascoltavamo le lunghe omelie del” predicatore”, di solito, grande oratore, che illustrava, con pathos, la vita di Giovanni Battista e le sue res gestae. Rabbrividivamo, nell’ apprendere il suo martirio, inimmaginabile nel vedere quel volto così dolce che la bravura degli “Ottavio” aveva reso alla perfezione, una perfezione che, ancora oggi, entusiasma chiunque si approcci alla statua del Santo, troneggiante sull’ altare centrale della maestosa chiesa abbaziale. Ci sono cose che esulano dallo scorrere inesorabile del tempo, ci sono tradizioni che diventano linfa vitale di una comunità e la festa in onore del nostro Santo patrono è una di queste. Cambiano i costumi, mutano le abitudini, ma, ancora oggi, epoca in cui la Fede sembra sia soppiantata dal materialismo e relegata negli antri reconditi di pochi “prescelti”, la devozione per il Battista rimane intatta. La musica è leggera e non classica, il palco è realizzato con le moderne attrezzature tecnologiche, ma la partecipazione è la medesima. Le processioni, accompagnate, da sempre, dalla banda musicale, sono affollatissime e illustri personalità del mondo religioso si alternano nel rendere omaggio al” gran santone”, oltre le maggiori cariche istituzionali locali.

Per pochi giorni, si dimentica la quotidianità e ci si tuffa in un’atmosfera gioiosa e frizzante, resa più calda dall’ incipit dell’estate. Finita la festa, tolte le luminarie, un grande vuoto pare pervada gli animi. Si torna alla solita vita, ai problemi di sempre e… che il grande Santo ci protegga!