Nei lunghi inverni, sulle montagne calabre, dal Pollino, alla Sila e, fino all’Aspromonte, spesso, mi è capitato di perdere ore e ore di tempo, a osservare, quelle sagome nere, che in volo spensierato, stavano per dare seguito, a un progetto di vita, che in molti casi, sarebbe rimasto tale, per moltissimi anni a seguire. Se l’intesa e la solidarietà, presente nelle molte coppie di corvi imperiali, pervadessero un po’ più, sulla specie umana, forse, avremmo meno problemi nella nostra frenetica epoca. Voli in alta quota, picchiate improvvise, risalite e spettacolari acrobazie, ecco il fantastico rituale di corteggiamento, anche quando il freddo e la neve la fanno da padrone. Capisco bene che sembra un inutile e fuorviante discorso retorico-sentimentale ma, nel caso del Corvo imperiale (Corvus corax), grande uccello della famiglia dei Corvidi, tutto ciò è una solita realtà! Nel regno animale, la monogamia è frequente in diverse specie, nel Corvo imperiale si materializza spesso, visto che, la coppia, che si forma già in giovane età, resterà tale, fino alla morte di uno dei due coniugi. Un’intesa di ferro, che dopo il già citato corteggiamento, passa per la realizzazione del nido e, la continua manutenzione dello stesso, determinando un percorso unicamente condiviso, fatto di reciproco amore e fedeltà. Il Corvo imperiale ha un’apertura alare che può raggiungere e talvolta superare i 130 cm, lungo fino a 67 cm, può arrivare a pesare fino a 1,5 kg. Con un bel piumaggio, interamente nero lucido, dotato di riflessi bluastri-verdi e lilla, ha una caratteristica esteriore, che certamente balza subito all’occhio, questa è rappresentata da un grosso e robusto becco. Sulla gola, sono presenti delle caratteristiche piume appuntite ed erettili, chiamate “barbe”, che possono gonfiarsi e che l’animale, utilizza per comunicare il proprio stato d’animo. La silhouette di volo, appare abbastanza inconfondibile, in proporzione al corpo, essa è descritta da ali lunghe e strette, con le primarie sporgenti digitate, a forma di “mano”. Altro aspetto esteriore classico, visibile specie in volo, è la coda cuneiforme mentre la testa appare ben distinta, che sporge di fuori. Volteggia spesso, portando le ali piatte o appena abbassate, dalla lunga distanza, ciò può far cadere in confusione con un rapace, che però, solitamente, porta le ali sollevate. Versi e richiami di allarme, anch’essi inconfondibili, echeggiano sulle scogliere, nelle valli e sui monti dell’Italia, la specie nidifica sulle Alpi e nella fascia prealpina, in gran parte dell’Appennino Centrale e Meridionale, sul Gargano, in Toscana, in Sardegna e nella Sicilia, con un ampio areale vuoto, presente nella parte centro-settentrionale del Paese. In Italia, il Corvo imperiale è una specie poco diffusa e localizzata, sebbene negli ultimi anni, stia avendo un trend positivo specie per la zona alpina e prealpina, con un totale di coppie nidificanti stimate, tra le 3.000 e le 6.000, in pratica lo 0,5 % della popolazione europea. In Calabria, vive un po’ ovunque, prediligendo sicuramente le aree interne della regione, dal Pollino, alla Sila e fino all’Aspromonte. Tra le zone calabresi, dove è abbastanza diffuso, troviamo il Marchesato crotonese e la Sila, dove fino a pochi anni fa, esisteva, in modo stabile, una delle colonie più consistenti d’Italia, con anche fino a 250-300 esemplari. In provincia di Reggio Calabria, all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte, Giuseppe Martino, segnala un roost (dormitorio) di almeno 400-450 individui, davvero un dato di straordinario interesse ornitologico, per la diffusione della specie nell’intera penisola. Nel periodo invernale, in più settori della regione, si avvistano gruppi numerosi di corvi imperiali. Sempre per quanto riguarda la Sila, a seguito della chiusura di una discarica autorizzata a cielo aperto, insistente tra i comuni di San Giovanni in Fiore (CS) e Caccuri (KR), i corvi di uno dei più grossi gruppi stabili conosciuti, si sono dispersi, in altri territori, ma, agli inizi del 2016, ho localizzato un importante dormitorio, sempre nel comune di San Giovanni in Fiore (CS), ma in tutt’altra zona, con circa 80-100 individui presenti. Come un po’ tutti gli appartenenti alla famiglia dei Corvidi, sono dotati di una spiccata intelligenza, che in questo caso, è stata ampiamente dimostrata da innumerevoli studi e sperimentazioni, alcune davvero disarmanti. Non è una novità, che questi uccelli, siano in grado di: procurarsi strumenti a loro utili; risolvere problemi o esercizi complessi; sistemare alcune tipologie di cibo sulla strada, sfruttando ad esempio il passaggio degli automezzi, che frantumandoli, poi vengono consumati più facilmente. Sulle alture della Sila, mi è capitato anni fa di assistere a una delle tante innate prove di astuzia da parte dei corvi imperiali. Di primo mattino, sentivo un gran baccano, derivante da un vero e proprio sciame di corvi, che, con frenesia e con esibizioni del tutto singolari, svolazzavano, richiamando a chilometri, una certa attenzione. Avvicinatomi alla zona, dopo un paio d’ore, ebbi modo di capire, che quei loro richiami d’allarme, dei potenti, metallici e stridenti “crac-crac-crac”, erano derivati, dalla presenza di una mucca, ormai priva di vita, in un vicino burrone. I pennuti, con quel loro modo di fare, stavano cercando di attirare l’attenzione di lupi, cani o volpi, in modo tale, che fossero questi ultimi, ad aprire il banchetto, facilitando, in seguito, i corvi stessi, nell’azione di nutrirsi delle parti interne, magari lasciate dai primi convenuti; verosimilmente, tutto ciò, in una chiara forma di “reciproca convenienza” tra animali, di specie diverse. Sull’intelligenza di questi animali, ci sarebbe davvero da perdere intere giornate, basterebbe assistere alle variegate rappresentazioni, di quelle che sono le infinite doti e virtù possedute. Giova pure ricordare, un altro particolare aspetto del Corvo imperiale, cioè quello che è capace pure di imitare, in modo del tutto simile, la voce umana, diversi suoni e rumori, versi di altri uccelli o animali, finanche ripetere frasi complete, magari dopo averle ascoltate una sola volta! Se è vero che sanno riconoscersi davanti a uno specchio, certamente è una consuetudine, quella di richiamare, il partner che si è allontanato, imitandone i versi, per noi umani magari del tutto uguali, ma certamente in realtà diversi tra loro. Il Corvo imperiale, da sempre è al centro di miti, leggende, culture e tradizioni popolari, della più colorita e varia espressione, nel bene o nel male, quest’animale, fin dai tempi antichi, è oggetto di attenzione, da parte dell’uomo. Il Corvo non è un uccello portatore di sventura, come del resto non lo sono tutti gli altri animali, rapaci notturni in testa. Pur conducendo una vita solitaria o di coppia, quando vi sono le condizioni favorevoli, soprattutto legate alla disponibilità alimentare può unirsi in colonie o gruppi, talvolta anche molto numerosi; sedentario, può tuttavia compiere brevi spostamenti o migrazioni stagionali, specie riguardo alle avverse condizioni climatiche stagionali, vedi ad esempio, un forte e prolungato innevamento o lunghi periodi di siccità. Molto territoriale, l’ho visto, scacciare i grifoni sul Pollino, o i bianconi sulla Sila, magari scagliarsi pure contro un Capovaccaio nel Marchesato crotonese, quanto quest’ultimo nidificava nella Valle del Vitravo. Ama costruire il nido, in luoghi selvaggi e ben riparati, ad esempio all’interno di foreste, utilizzando gli alti alberi; più frequentemente, nidifica in cengie rocciose, scarpate e dirupi, solitamente poco accessibili, naturalmente pure a picco sul mare. Non mancano le nidificazioni in zone antropizzate, ma ovviamente, dove il disturbo diretto è comunque limitato. Il Corvo imperiale è nella Lista Rossa dei vertebrati d’Italia – IUCN, si tratta di una specie protetta dalla legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica (L. n. 157/1992) oltre che inserito in appendice 3, della Convenzione Internazionale di Berna, ratificata in Italia con la L. n. 503/1981.  Le principali minacce verso questo splendido pennuto, sono tutte di origine umana, come la trasformazione degli ambienti naturali, gli interventi invasivi o l’arrampicata naturalistica sulle pareti dove è solito nidificare, questi fattori, specialmente durante il periodo riproduttivo, possono essere particolarmente insidiosi e portare all’insuccesso riproduttivo o addirittura all’abbandono delle covate o dei pulcini nel nido, con ovvie conseguenze nefaste. Cavi di teleferiche, elettrodotti e fili sospesi per le valli, disegnano un rischio concreto di collisione accidentale, ma anche l’uso di bocconi avvelenati o la persecuzione diretta, in quanto, erroneamente visti come animali nocivi, sono motivi di rarefazione della specie. In generale, nel Sud e nelle Isole, i corvi imperiali, pare stiano subendo un andamento negativo, derivato probabilmente da vari fattori antropici e dall’abbandono delle campagne, specie da parte della pastorizia. In Calabria, nidifica in moltissime zone, dalla pianura alla montagna, in tutte le province, segnando comunque un trend positivo. Nel nostro Paese, pare abbia una tendenza stabile e una categoria di “Minor preoccupazione – LC” in riferimento, sempre, a quella famosa Lista Rossa italiana, redatta dall’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura). Gianluca Congi © www.gianlucacongi.it

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