Oggi nelle scuole calcio si cerca, ai piccoli calciatori (5 – 7 anni), di imparare una grande quantità di esercizi abbastanza complessi. Anche se bisogna tener presente come costruire, nei bambini, le abilità calcistiche specifiche, infatti, molteplici sono gli aspetti da non sottovalutare.

Tra quelli che hanno una rilevanza di un certo interesse, è quello di saper insegnare il rispetto di sé e degli altri.  Tale obiettivo educativo è suddiviso in: autostima, autocontrollo, pazienza.

Autostima – Il giovane calciatore (5 – 7 anni) deve essere a conoscenza del proprio valore per capire ed elogiare quello dei propri compagni.

Il sapersi amare si rende concreto con comportamenti sinceri e onesti da parte del bambino, solo così la sua auto immagine potrà crescere. Il giovane calciatore non accetta volentieri le regole proposte, infatti, tendono a dividere le persone in buone e cattive.

L’istruttore deve avere la capacità di saper dare delle regole, in maniera tale che il bambino possa confrontarsi con i suoi simili e avere un punto di riferimento.

Auotocontrollo – I bambini sin da piccoli sono egoisti e si notano dei comportamenti nei confronti dei loro simili molto vivaci. L’istruttore deve cercare di aiutare il giovane calciatore a soddisfare un bisogno superandolo senza pressioni o comportamenti offensivi, amandosi e rispettandosi.

I bambini devono imparare a controllare i propri impulsi, far capire loro che il conflitto verso il proprio compagno è un aspetto negativo, si può ferire i sentimenti degli altri.

Non serve negare ai bambini, ma bisogna parlare con loro delle necessità di controllarsi e di esprimere i propri sentimenti.

Pazienza – E’ una virtù molto legata a quanto sopra detto, bastano pochi instanti per esprimere rabbia. Un metodo molto usato è quello del “gioco dei contaminuti”.

La capacità di aspettare diventa un gioco nel quale ci si confronta con se stessi, per esempio stando zitti per alcuni minuti. Nel momento in cui il bambino riesce ad ottenere piccoli progressi nel contenere o gestire la propria impazienza, si sentiranno più disponibile nell’affrontare gli allenamenti.

L’istruttore ha il dovere di aiutare i bambini a perseguire questi obiettivi con dignità e rispetto, solo così si potrà realizzare un miglioramento che differenzia un semplice club calcistico da una agenzia educativa.