Un faro del pensiero economico e cuore del Sud
Lucia Lucente


Un grave lutto ha oscurato il cielo della cultura italiana e, in particolare, quello del mondo accademico calabrese: Vittorio Daniele, economista e meridionalista di rara sensibilità e profondità intellettuale, ci ha lasciati. Professore ordinario di Politica Economica presso l’Università “Magna Graecia “di Catanzaro, Daniele non era solo un illustre studioso, ma un maestro di anime, capace di accendere nei suoi studenti la fiaccola della conoscenza e della speranza.
Originario di Roccella Jonica, figlio autentico della Calabria, Daniele incarnava il meglio di una terra che, nei suoi occhi, nel suo pensiero e nel suo impegno, trovava voce e redenzione. La sua vasta opera di ricerca ha squarciato le tenebre che, da sempre, avvolgono il Mezzogiorno, restituendo dignità alla sua storia e tracciando, con lucidità, le vie possibili di un futuro diverso.
Egli non era soltanto un accademico, ma un uomo di straordinaria umanità. Le sue lezioni non si limitavano alla trasmissione di concetti economici, bensì diventavano dialoghi profondi sull’esistenza, sull’equità, sulla responsabilità civile. Gli studenti, più che discenti, erano per lui compagni di un viaggio comune verso la comprensione del mondo e dei suoi disegni complessi.
In ogni aula, che lo ha visto protagonista, risuonavano, non solo le analisi sui divari regionali o sui fattori culturali dello sviluppo economico, ma anche i richiami accorati alla giustizia sociale, alla solidarietà, all’amore per il sapere come strumento di emancipazione.
La Calabria, con i suoi colori aspri e le sue ferite antiche, era il cuore pulsante del suo lavoro. Daniele non ha mai smesso di raccontare, con rigore scientifico e ardore poetico, il dualismo di un’Italia, che si specchia, da sempre, in un Nord e un Sud divisi eppure indivisibili. I suoi studi – come “Il divario Nord-Sud in Italia 1861-2011” o “Il Paese diviso” (il volume ha ricevuto il Premio Sele d’Oro Mezzogiorno 2020) hanno saputo trasformare la fredda analisi dei numeri in un grido d’amore e di dolore per una terra, che , da sempre, anela al riscatto.
Non era un mero economista: era un uomo che sapeva leggere nei dati la sofferenza delle persone, nelle curve statistiche il destino di intere generazioni. Nei suoi scritti, l’oggettività della ricerca scientifica si fondeva con la passione del visionario, dando vita a un pensiero che, come un fiume carsico, attraversa silenziosamente il cuore di chi lo incontra, per poi riemergere, potente, nell’azione.
Oggi, sui social, nei corridoi dell’università, nei cuori di chi lo ha conosciuto, risuonano le parole di commiato e di gratitudine. Colleghi, studenti, amici: tutti ricordano l’uomo prima ancora che il professore. Un uomo capace di accogliere con un sorriso paterno, di ascoltare con attenzione sincera, di guidare con mano ferma , ma gentile.
La sua perdita è una ferita profonda, ma la sua eredità è incalcolabile. Rimangono i suoi libri, i suoi insegnamenti, i ricordi indelebili ,che ha lasciato in chi ha avuto il privilegio di incrociare il suo cammino. Rimane l’esempio di un intellettuale, che non ha mai smesso di credere che la conoscenza sia il primo mattone di una società giusta e solidale.
Vittorio Daniele ci ha lasciati, però la
sua voce continua a parlare, forte e chiara, dal cuore del Sud, che ha amato e difeso con ogni fibra del suo essere.