Nel giorno della festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, ritorna in auge la tutela della natura. Ogni giorno il nostro territorio è aggredito per vandalismo, per beceri interessi economici, per pura follia. Mi piace ricordare solo questo momento, al di là di prediche e paternali che possono essere anche fraintese. Qual è il nostro impegno quotidiano per un mondo migliore, già partendo dall’uscio di casa nostra? Riporto un passo di quanto oggi ha affermato fra Marco Tasca, ministro generale dell’Ordine dei Frati minori conventuali in un’intervista al Sir: “Per san Francesco, l’amore per la natura e la sostenibilità sono legati a una questione di fede. Non è solo la preoccupazione che l’umanità possa scomparire, e anche da questo punto di vista la situazione non lascia sperare nulla di buono. Bisogna recuperare il senso: perché bisogna essere attenti alla natura, ed esserlo insieme? Perché è un dono di Dio, non è nostra”. “Dobbiamo recuperare la passione per la natura”, spiega fra Tasca: “Se è soltanto una questione economica, nessuno se ne preoccupa. Ognuno pensa a stare bene oggi, siamo tutti occupati dall’oggi e nessuno si preoccupa dei nostri figli. Lasceremo loro un mondo migliore? Non mi sembra che a molti interessi questo aspetto”. Si può essere credenti o non credenti, poco importa, ma sono convinto che si debba essere credenti sicuramente verso il rispetto di tutto ciò che ci circonda, un dono dato in prestito per essere passato a chi verrà dopo di noi (non distrutto ma migliore di come l’abbiamo trovato).