Molta strada è stata fatta sulla strada dell’ emancipazione femminile, ma l’iter è ancora lungo.
Lucia Lucente


Il I Febbraio 1945 rappresenta una pietra miliare nella storia delle donne in Italia, poiché in quella data fu concessa loro la possibilità di partecipare alle elezioni e, in data successiva, di essere elette. Le donne italiane furono investite di un diritto lungamente atteso, un raggio di luce che s’ infiltrò tra le ombre del passato. Il I Febbraio 1945 rimane un giorno fondamentale nella storia delle donne italiane, un giorno, in cui sono state gettate le fondamenta di una maggiore inclusione e parità di genere.
Le catene della disuguaglianza iniziarono a scricchiolare e il cuore pulsante della democrazia italiana aprì le sue porte alle donne desiderose di avere un ruolo sul palcoscenico della partecipazione attiva.
In una rinnovata primavera, le attiviste e le donne comuni si unirono, tessendo insieme i fili di un nuovo capitolo. Esse hanno preso in mano il pennello della politica, dipingendo un quadro vivido di emancipazione. Il diritto di voto, quel dono prezioso, si è trasformato in un inno di libertà, accompagnando le donne lungo un percorso di crescita e cambiamento.
Il I Febbraio 1945 non è solo una data nel calendario, ma un poema inciso nei cuori delle donne italiane. Esso racconta di coraggio e determinazione, di una danza corale che ha portato la società a una nuova armonia. Questo giorno è un richiamo a celebrare la forza delle donne e a riconoscere il loro contributo allo svolgersi della storia.
Il tema dell’ emancipazione femminile e della loro prima partecipazione al voto in Italia è stato egregiamente trattato da Paola Coltellesi nel recente film “ C’è ancora domani”, nel quale si evidenzia che i diritti, come, purtroppo, l’attualità ci insegna, non sono mai accompagnati dalle parole “per sempre”. Il diritto al voto, all’autodeterminazione, al lavoro, al salario dignitoso, al rispetto della dignità psichica e fisica della donna sono conquiste da tutelare e preservare.
Nostalgici revivals maschilisti fanno, quotidianamente, capolino e sono ancora fortemente radicati nelle pieghe del tessuto sociale, soprattutto, in talune realtà territoriali.
Il femminicidio, conseguente a separazioni o divorzi, è sempre più diffuso.
Secoli di subordinazione e disparità socio- economiche sono difficili da cancellare.
La verità è che, più una società è civilizzata, più la donna è trattata con rispetto; al contrario, nelle realtà , in cui ancora il progresso tarda ad arrivare, la donna è, tuttora, in condizioni di subordinazione.
Molta strada è stata fatta, tanta è ancora da percorrere.