Una devozione che affonda le radici nella notte dei tempi
Lucia Lucente
Nel cuore pulsante della nostra terra, laddove le pietre raccontano storie millenarie e l’eco dei passi dei monaci ancora aleggia tra le navate, si erge, maestosa e solenne, la nostra amata abbazia florense. Anche quest’anno si riveste di luce e di gloria, per rendere omaggio al più nobile dei patroni: San Giovanni Battista, voce che grida nel deserto, anima infuocata di profezia e di martirio.
L’altare, sacro confine tra il visibile e l’invisibile, accoglie la statua del santo, mirabile opera d’arte forgiata da mani ispirate, che pare quasi animarsi sotto il riflesso tremulo delle candele. Non è semplice legno o fredda materia quella che la compone, ma spirito incarnato nell’estetica, simbolo vivo di una fede, che resiste ai venti corrosivi dell’indifferenza moderna. Nella costruzione romanico-gotica si rinnova un miracolo: il tempo si sgretola e si ricompone, l’eterno si insinua nel quotidiano, mentre i raggi infuocati del solstizio d’ estate infiammano le navate.
Passato e presente, tradizione e contemporaneità, come fili d’oro in un arazzo , mirabilmente realizzato, si intrecciano in una devozione che non conosce stagioni né confini, che sopravvive ai secoli, simil fiume carsico, sgorgando pura nei cuori dei fedeli.
E mentre il mondo esterno si affanna nella ricerca di certezze effimere, questa nostra piccola, grande comunità si raccoglie in un abbraccio di canti vernacolari, di litanie mormorate col cuore, di manifestazioni religiose e civili, che vibrano come corde tese sull’arpa dello Spirito. È una sinfonia di popolo e di cielo, una danza di fede, che si snoda per le vie antiche, tra luminarie e passi scanditi, tra rosari sgranati e occhi commossi.
Non v’è spazio, in questi giorni, , per l’aridità dell’agnosticismo, né per la dimenticanza spirituale: la fede, che ci anima è radicata nella notte dei tempi. Essa sopravvive, indomita e fiera, nel cuore di un popolo, che, ancora oggi, sa inginocchiarsi, pregare, cantare.
E così, l’abbazia, madre antica e sempre nuova, si fa grembo di luce e di speranza.
Le sue mura risuonano di una gioia composta, di una devozione sincera, di un amore per il divino, che non si è spento, ma che arde, oggi più che mai, nella fiamma viva del nostro San Giovanni Battista.
Possa egli continuare a vegliare su di noi, fiaccola nel buio, stella nella notte e la sua voce – quella che un tempo scosse i deserti – continui a risuonare nei deserti interiori dell’uomo moderno, portando vita, verità e luce.