Il testo unisce la fisicità del cammino con la profondità del pensiero gioachimita.
Lucia Lucente
Nell’ ambito dell’ iniziativa “ Cultura in Fiore,
Letture Florensi”, si è tenuto, giorno 31 Maggio, presso Palazzo De Marco, il secondo incontro sul testo “ In cammino con Gioacchino”di Eugenio Attanasio. Presenti, oltre all’ autore, l’ assessore alla cultura Antonello Martino e Riccardo Elia(Presidente Asd calabriando). A moderare, il nostro direttore, Antonio Mancina. Attanasio, regista culturale, è presidente della cineteca della Calabria, fin dalla fondazione. Amico di Vittorio de Seta, di cui la cineteca ha conservato l’ intera opera, si avvicina, grazie a lui, alla cultura del territorio e al documentario etnografico.
Oltre a “ In cammino con Gioacchino”, ha girato: “ Melissa”,49/99, “Il caso Masiano”, “L’ultima fattucchiera”, “ Gangale” e “Rotella fuori posto”.
“In cammino con Gioacchino”vuole essere un affascinante viaggio, che unisce la fisicità del cammino con la profondità del pensiero spirituale di Gioacchino da Fiore ed è un implicito invito ai moderni pellegrini a riscoprire un passato ricco di storia e misticismo. Questo straordinario personaggio del XII secolo rese la Calabria la forza centripeta del mondo allora conosciuto. Ammirato da papi e imperatori, che a lui si rivolgevano, avendo ricevuto , sul monte Tabor, il dono dell’ intelligentia , predicò l’avvento di una nuova era, nella quale” ci sarà la pace e la verità su tutta la terra” e la grazia sarà più abbondante per la piena realizzazione del messaggio cristiano.
In epoca medioevale, in Sila erano numerosi
i monasteri e le domus religionis, fondati dall’ordine gioachimita e, prima ancora, dai monaci bizantini. Questi ultimi, sfuggiti all’espansione dell’Islam, trovarono rifugio “intra frigidissimas alpes” e in gran parte del
territorio bruzio, lasciando tracce indelebili della loro presenza. Le vestigia di tali insediamenti, intrise di storia, testimoniano un passato millenario, che vale la pena conoscere e apprezzare.
La seduzione del pensiero gioachimita affascina particolarmente chi, come Attanasio, si dedica al cinema, grazie all’importanza dell’immagine nella comunicazione delle idee di Gioacchino.
Il “Liber Figurarum”, infatti, può essere visto come un precursore del linguaggio cinematografico odierno. In una società, qual è quella contemporanea, dominata dalle immagini, il pensiero di Gioacchino offre strumenti preziosi per la decodifica visiva, rendendo il suo lavoro estremamente rilevante.
Oggi, i luoghi straordinari e misteriosi, percorsi dall’ illustre abate, stanno tornando a essere frequentati dai nuovi pellegrini: i camminatori. Le motivazioni, che spingono le persone verso i luoghi spirituali, dai famosi percorsi di Santiago e della Via Francigena, fino all’ iter gioachimita, sono molteplici. Il film e il libro, tratti dalle immagini girate e dai testi raccolti lungo il cammino, costituiscono un invito a esplorare queste terre e a immergersi nel pensiero gioachimita e nelle suggestioni del monachesimo.Non dobbiamo dimenticare, infatti, il debito che la cultura ha con i monaci, i quali, alla fievole luce delle torce, nelle lunghe e gelide nottate invernali , trascrivevano e tramandavano i capolavori della cultura classica.
“In Cammino con Gioacchino” non è solo, dunque, un viaggio fisico attraverso la Calabria, ma anche un percorso spirituale e intellettuale, che invita a riscoprire la profondità del pensiero medioevale e la ricchezza e suggestività della storia monastica. Attraverso questo cammino, i pellegrini moderni possono connettersi con un passato millenario, ancora vivo e palpitante attorno a noi e trovare nuove chiavi di lettura per il presente.