Il commiato da Monsignor don Carlo Arnone
Lucia Lucente

Nella quiete di una fredda e silente sera di Gennaio, una notizia è giunta come un canto dolente alle nostre orecchie: Monsignor don Carlo Arnone ha compiuto il suo ultimo viaggio, lasciandoci un’eredità profonda di fede, saggezza e dedizione alla causa sociale. La Sua scomparsa genera un vuoto nelle nostre anime e una ferita nel cuore di chiunque abbia incrociato il Suo cammino.
La Sua vita è stata una sinfonia di altruismo e compassione. Nel cuore di un quartiere periferico, con il Suo spirito instancabile, ha costruito una chiesa da un terreno incolto, trasformandolo in un luogo di aggregazione e speranza per tutti e offrendo alla comunità un’oasi di preghiera e sostegno reciproco.
Ma la Sua opera non si è fermata qui. Con amore e dedizione, ha restaurato due antiche chiese nelle frazioni circostanti- tra cui quella dei “ tre fanciulli”, i cui monaci diedero tanto filo da torcere agli abati florensi -preservando il patrimonio spirituale di generazioni passate e garantendo che quei luoghi potessero continuare a diffondere la luce della fede. In una remota zona periferica, ha dato nuova vita a una chiesetta, un gioiello di architettura sacra, dedicato a quel Dio, che fu uomo e martire.
La Sua conoscenza teologica era una sinfonia di sapienza, un faro di luce, che illuminava il cammino dei cercatori di verità. Era un maestro, che condivideva la Sua saggezza con chiunque bussasse alla porta del Suo sapere.
Oggi, la città piange la partenza di un custode di fede e un instancabile servitore sociale. Lascia dietro di sé un’eredità, che germoglierà nei cuori di coloro, che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. La Sua vita ci ricorda l’importanza di mettere al servizio degli altri le nostre capacità e competenze.
La Sua voce roboante, le Sue eccellenti capacità oratorie, la Sua ironia sottile (“ dove abbiamo aggiunto!)saranno eternamente incisi nelle nostre anime. Grazie, Monsignore, per tutto ciò che hai donato alla città di Fiore!