Sin da piccoli il portiere deve migliorare gli schemi motori di base per apprendere meglio i gesti tecnici che il ruolo prevede.
E’sbagliato far eseguire ai piccoli portieri esercizi come i grandi, come spesso si vede nei campi di calcio, ma far capire che il bambino si trova in una fase della crescita delicata dove sperimenta gesti motori nuovi, si diverte e attraverso un’attività ludica, può imparare limitando al massimo le difficoltà che il ruolo impone.
Attraverso il gioco si possono inserire esercizi coordinativi e inoltre far capire che imparare la tecnica dei gesti come la presa, il tuffo, il rimettere in gioco la palla, sono fondamentali per giocare la partita o mini partita. La motivazione può essere un elemento utile per raggiungere l’obiettivo che è quello di apprendere i gesti tecnici.
Spesso e volentieri si notano in alcuni ragazzi delle lacune in età avanzata, questo succede perché, se non sono curate le capacità coordinative, cioè rotolare, strisciare, capovolte, saltare, correre camminare etc., che sono il percorso naturale per apprendere il gesto tecnico, non si può realizzare uno sviluppo motorio il più armonico possibile.
Gli esercizi da proporre devono essere semplici e vari, per poi passare a quelli più complessi, curando le posture e i movimenti degli arti superiori e inferiori, infatti, nella tecnica del portiere va perfezionato l’utilizzo dei piedi nei retropassaggi.
Uno dei portieri oggi che svolge al meglio questo gesto è Marc André ter Stegen (Barcellona) che con questa sua specialità riesce a far ripartire la costruzione del gioco da dietro e di essere un punto di riferimento per i compagni di squadra.
Si ricorda che una seduta con esercizi nuovi e facili da comprendere può avere stimoli e apprendimenti favorevoli.