Una canzone per riscattare il Sud
Lucia Lucente

Sovente, frammenti di memoria, vicende storiche rischiano di perdersi nel labirinto del tempo. Una di queste è la storia della Fonderia di Mongiana, un capitolo straordinario della storia industriale italiana, riportato alla luce dalla voce e dalla chitarra battente di Eugenio Bennato. Il cantautore napoletano, profondo conoscitore delle radici popolari del Sud, ha scelto di dedicare un singolo del suo nuovo disco, uscito il 10 gennaio 2025, proprio a questo luogo emblematico. Il brano, intitolato “Mongiana”, porta con sé una narrazione inedita, che intreccia passato, musica e impegno culturale.
La Fonderia di Mongiana, costruita nel XVIII secolo, durante il Regno borbonico, rappresentava il cuore pulsante del Polo siderurgico calabrese. Con i suoi altoforni e produzione di ferro e acciaio all’
avanguardia, contribuì alla realizzazione di grandi opere, come il ponte sul Garigliano e le rotaie della ferrovia Napoli-Bologna. A metà Ottocento, circa 3000 operai e tecnici vi lavoravano, rendendola una delle più grandi industrie dell’Italia preunitaria. L’ Unità d’Italia ne decretò la fine: gli altoforni furono smantellati, le competenze disperse e Mongiana sprofondò nell’oblio.
Per Eugenio Bennato, la vicenda di Mongiana non è solo storia, ma un simbolo della narrazione distorta che, per decenni, ha relegato il Sud a un’immagine di arretratezza. «Esistono ancora molti luoghi comuni sulla Calabria e sul Sud in generale. Storie come quella di Mongiana dimostrano quanto sia stata moderna e vitale questa terra. È tempo di restituirle la dignità che merita», spiega.
L’ispirazione per “Mongiana” è nata da una visita al museo locale, avvenuta durante un concerto estivo a Fabrizia. «Tornato a casa, ho preso la mia chitarra battente e ho cercato di unire le sonorità della tradizione popolare calabrese con la profondità di questa storia. È stato come se la musica fosse già dentro di me», racconta. Bennato ha tratto ispirazione anche dal libro “Le Reali Ferriere di Mongiana” di Danilo Franco, un testo che gli ha permesso di approfondire, ulteriormente, le vicende di questo straordinario polo industriale.
“Mongiana” è solo uno dei tasselli del nuovo album, che si rivela come un viaggio nelle memorie del Sud. Tra le canzoni
più significative spicca “Torre Melissa”. Essa racconta il gesto straordinario degli abitanti del piccolo borgo calabrese, che nel 2019 , si gettarono in mare, per salvare un gruppo di naufraghi. «La musica ha la funzione di raccontare il popolo e quel giorno il popolo di Torre Melissa dimostrò un’umanità straordinaria», evidenzia il cantautore.


Con “Mongiana” e le altre storie del suo nuovo album, Bennato si propone di sfidare i pregiudizi e di offrire una narrazione diversa del Sud. «Il problema principale è la dimenticanza. C’è stata, in passato, una volontà politica di cancellare certi episodi e rafforzare un’immagine del Sud come terra incapace di modernità. Raccontare queste storie significa restituire al Sud la sua voce e il suo orgoglio».
Legato alla Calabria, fin dall’infanzia,il cantautore continua a intrecciare musica e memoria, costruendo ponti tra passato e presente. Il suo lavoro è una celebrazione della cultura e dell’identità del Meridione, una testimonianza viva di come il Sud, nonostante tutto, continui a resistere e a cantare.