Gruppo consiliare
Movimento 5 Stelle
Prot. N. 5 del 07/01/2025
Data 07/01/2025
Al Presidente del Consiglio regionale della Calabria
Filippo Mancuso
INTERROGAZIONE CON RICHIESTA DI RISPOSTA IMMEDIATA
ai sensi dell’articolo 122 del Regolamento interno
Oggetto: Carenze nella sanità delle aree montane della Calabria e ritardi nei soccorsi: il caso del decesso a San Giovanni in Fiore.
Il sottoscritto Consigliere regionale
Premesso che:
le aree montane della Calabria, tra cui il comune di San Giovanni in Fiore, si trovano in una condizione di grave marginalità per quanto riguarda l’accesso ai servizi sanitari essenziali, a causa delle distanze dai principali ospedali della regione, delle difficoltà infrastrutturali e delle condizioni climatiche avverse, particolarmente critiche nei mesi invernali. Ghiaccio, neve e nebbia sono fattori ancora poco considerati, preferendo soffermarsi su parametri e aspetti economici e organizzando e gestendo la sanità secondo princìpi, modelli, logiche e dinamiche aziendali;
in Calabria, i presidi di San Giovanni in Fiore, Acri, Soveria Mannelli e Serra San Bruno devono garantire il diritto alla salute in territori complessi. Questi ospedali di frontiera sono l’unico avamposto sanitario, e dunque di garanzia di diritti primari nonché di minima civiltà, per migliaia di persone delle aree interne. La situazione dell’Ospedale di San Giovanni in Fiore, come segnalato da diversi report e articoli di stampa, è emblematica delle criticità della sanità montana calabrese: si tratta di una struttura depotenziata, con carenze di personale medico e di reparti pienamente operativi. Questi tagli hanno generato forti disagi tra i cittadini, portando a proteste e sit-in, come quello del 30 ottobre 2024, organizzati da sindacati e associazioni locali per rivendicare il diritto alla salute e chiedere il ripristino dei servizi essenziali.
Considerato che:
il 4 gennaio 2025, a San Giovanni in Fiore, S. C., 48 anni, sposato, padre di due bambine, è deceduto in circostanze tragiche a causa dei ritardi nei soccorsi: dopo aver manifestato una chiara sintomatologia acuta, è stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale locale, dove è stata immediatamente diagnosticata una sindrome coronarica acuta. Nonostante l’urgenza della situazione, il trasferimento all’ospedale di Cosenza, dotato di Unità di Terapia Intensiva Cardiologica e di Emodinamica, è stato ritardato di oltre tre ore. La causa del ritardo è stata la mancanza di un medico a bordo dell’ambulanza del 118, un requisito indispensabile per il trasporto di pazienti in condizioni critiche. L’anestesista che avrebbe dovuto accompagnarlo e assisterlo durante il viaggio, pare fosse impegnato in un trasferimento di un altro paziente critico. Anche l’elisoccorso non è riuscito ad intervenire a causa della scarsa visibilità. Quando, infine, è stato possibile avviare il trasferimento, il 48enne è spirato in ambulanza, sulla Statale 107, lungo il tragitto verso l’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza;
la carenza di personale medico nel Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore, con solo due medici su una pianta organica prevista di sei, ha contribuito alla tragedia.
Tenuto conto che:
il Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” che definisce le diverse tipologie ospedaliere per livelli di complessità assistenziale e in relazione ai volumi di utenza corrispondenti, riporta che negli ospedali di area disagiata in ambienti montani o insulari, anche con una popolazione di riferimento inferiore agli 80mila abitanti, può essere prevista la funzione di Pronto Soccorso. Se questa è istituita, devono esserci, secondo il regolamento citato sugli standard ospedalieri, le discipline di «Medicina interna, Chirurgia generale, Anestesia, Ortopedia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità ininterrotta di Radiologia, Laboratorio ed Emoteca»;
il modello lombardo adottato per l’Ospedale Morelli di Sondalo, un Comune situato nell’alta Valtellina con circa 4mila abitanti, che integra un’efficace rete di cure primarie e servizi specialistici, potrebbe rappresentare un esempio virtuoso da adattare al contesto calabrese. In particolare, l’approccio prevede il potenziamento delle strutture esistenti, l’utilizzo di tecnologie innovative e un sistema di incentivazione per attrarre personale medico nelle aree montane.
Preso atto che:
la rapida presa in carico dei pazienti con patologie acute, come l’infarto, è determinante per la sopravvivenza e il successo delle cure;
l’organizzazione e la gestione della sanità delle aree interne e montane calabresi, con ospedali ridotti a presidi minimi e una dipendenza pressoché esclusiva dai grandi centri ospedalieri, risultano inadeguate a garantire il diritto alla salute dei cittadini di queste zone. L’episodio di San Giovanni in Fiore evidenzia l’urgenza di potenziare gli organici e i presidi sanitari nelle aree periferiche e montane della Calabria;
la tecnologia, inclusa la telemedicina, può rappresentare un supporto prezioso ma non sufficiente a colmare le carenze strutturali e di personale, soprattutto nei casi di emergenza sanitaria che richiedono interventi tempestivi e in presenza.
Tutto ciò premesso e considerato
INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
PER SAPERE:
se intende assumere ogni utile, urgente e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria per garantire una copertura sanitaria adeguata nelle aree montane della Calabria, con particolare riferimento all’Ospedale di San Giovanni in Fiore.
Il consigliere Capogruppo del Consiglio Regionale della Calabria
GRUPPO MOVIMENTO 5 STELLE
F.to Davide Tavernise
INTERROGAZIONE CON RICHIESTA DI RISPOSTA IMMEDIATA
