SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Dopo il P.O. di Acri, anche l’ospedale di San Giovanni in Fiore, con ordinanza regionale, è stato inserito nella rete degli ospedali Covid.
Visibilmente soddisfatto, e a giusta ragione aggiungiamo, il sindaco Rosaria Succurro: «Questa è la notizia che tutti i cittadini sangiovannesi aspettavano in questo momento di emergenza pandemica ed è a loro che dedico questa vittoria che è la vittoria di un intero territorio che da sempre viene mortificato per carenze sanitarie. Avevamo promesso il massimo impegno alla nostra gente e questo grande risultato ci rende orgogliosi. Un lavoro sinergico tra l’amministrazione comunale, la rete ospedaliera locale e la Regione Calabria che nella giornata di oggi ha dichiarato il nostro nosocomio “Ospedale Covid”».
«Questo significa – prosegue – da una parte molto più personale medico ed infermieristico e dall’altra maggiori cure e più salute per i nostri cittadini che, grazie ai nuovi 20 posti di ricovero Covid, potranno curarsi nella loro città senza doversi recare in altri ospedali della Provincia».
«Finché sarò sindaco difenderò la salute dei miei cittadini», conclude la Succurro.
Una buona notizia che segue l’impegno di queste ultime ore da parte del sindaco, volata a Roma assieme a tantissimi altri sindaci calabresi per dire NO AL COMMISSARIAMENTO DELLA SANITA’ CALABRESE. Soltanto qualche giorno fa, dopo alcune polemiche, vi era stata la rapida risoluzione all’improvvisa assenza dell’anestesista al P.O. di San Giovanni in Fiore.
Adesso l’impegno degli uffici preposti che dovrà consentire dunque anche a San Giovanni in Fiore di avere un reparto covid con 20 posti letto, nella speranza che possa essere l’inzio della rinascita di un ospedale che negli ultimi anni ha visto solo depotenziamento di servizi e reparti, nonostante San Giovanni in Fiore, senza retorica, sia l’area più disagiata dell’intera regione, tenuto conto che in nessun posto della regione vivono oltre 20.000 persone a oltre 1100 metri nel cuore della Sila (consideriamo anche i paesi e frazioni vicine), con inverni lunghi e difficoltosi dove i tempi di percorrenza possono anche raddoppiarsi (e con rischi non indifferenti causa neve e ghiaccio e interruzioni varie) per raggiungere l’ospedale di riferimento che si trova ad oltre 60 km (Cosenza). Speriamo che la notizia diventi presto realtà e non resti invece solo una buona premessa. Incrociamo le dita!!!
Redazione