EMERGENZA COVID-19: RISPOSTE INEVASE DA PARTE DELLA MEDICINA TERRITORIALE Abbiamo scelto di determinarci, come Fiore di San Giovanni, riguardo ad una questione delicata, quanto incresciosa. A seguito dell’aumento del numero di Casi Covid positivi, all’interno della nostra comunità, registriamo alcune gravi mancanze, che in qualità di amministratori, ma sopratutto di cittadini, non possiamo non considerare. Un paziente, un malato, nel corso della sua malattia, non ha bisogno soltanto di farmaci e prescrizioni, soprattutto quando combatte contro un male sconosciuto, insidioso e così dilagante. Tutti coloro che, negli ultimi giorni, hanno ricevuto notizia di positività del tampone fatto, sono spaventati, preoccupati in alcuni casi terrorizzati dalle conseguenze che questo contagio può arrecare loro e alle persone a loro care. Siamo nel bel mezzo di una emergenza, di una pandemia mondiale, che ha definitivamente stravolto la vita e le abitudini di ognuno di noi. Per far fronte a questa emergenza (cosa non facile, lo sappiamo bene), ci sono dei Protocolli ben precisi da seguire, serve organizzazione, dedizione e sacrificio. Purtroppo, la situazione creatasi a San Giovanni in Fiore non è in linea con quanto previsto dai Protocolli. Pazienti positivi, malati da giorni, non riescono ad ottenere risposte, consigli utili e indicazioni attendibili da chi di competenza, Sanitario dell’Asp e alcuni medici di famiglia. Testimonianze attendibili e dirette, ci parlano di tante, troppe chiamate senza risposta, troppe richieste di aiuto e chiarimento inascoltate. La situazione della gestione sanitaria sul territorio da parte degli organi competenti dell’Asp sta degenerando. Riceviamo costantemente richieste di aiuto e chiarimenti da parte di cittadini, di malati, privi di una strada da seguire, abbandonati a loro stessi e a decisioni prese per sentito dire. Il sindaco ha già denunciato questa situazione, chiedendo rinforzi al commissario Bettelini dell’ASP di Cosenza, al dott. Bozzo, direttore del Distretto Sanitario Cosenza Savuto, a Mario Marino, direttore dipartimento Prevenzione ASP di Cosenza, e, per conoscenza, ad Antonio Belcastro, delegato della Regione per l’emergenza Coronavirus. Siamo tutti consapevoli della pressione cui sono sottoposti i responsabili dell’Asp e i medici curanti, ma i cittadini hanno il diritto che si diano risposte alle loro richieste d’aiuto e chiarimento. Ci arrivano segnalazioni di ogni tipo e, mentre alcuni medici curanti hanno solo un numero fisso a cui non rispondono, altri, che danno il loro cellulare e rispondono anche via whats app e prescrivono le cure anche a chi non è loro assistito, mettendosi a completo servizio della collettività, ma non potendo attuare tutti i processi burocratici necessari alla denuncia all’ASP, non essendo i loro medici curanti. Sappiamo anche di medici in pensione che rispondono a questo tipo di richieste. Noi ringraziamo questi medici e li invitiamo a continuare a dare risposte disattese da altri, perché questa collaborazione senz’altro aiuta nel sostegno psicologico e nelle cure da seguire, ma la burocrazia dei protocolli Covid è fondamentale, e questa la possono portare avanti solo i medici curanti. Li invitiamo, pertanto, nel frattempo che l’ASP di Cosenza metta personale e strutture a loro disposizione, a fornire dei numeri di cellulare ove siano sempre reperibili. Se non riescono a rispondere, leggeranno un whats app mandato dall’assistito. In alternativa li invitiamo ad organizzarsi con chi lo faccia al posto loro e faccia da segreteria con un numero dedicato da comunicare a tutti i loro assistiti. Non aspettiamo la manna dalla cielo, visto che l’ASP di Cosenza deve rispondere alla medesima richiesta da parte di tutti i comuni che ad essa fanno riferimento. Giuramento di Ippocrate vuol dire anche questo, ma non vogliamo fare retorica perché il momento è difficile per tutti. Stiamo cercando di suggerire delle vie alternative. Forse nessun’altra esperienza storica ha insegnato, come questa, che se ne esce solo se siamo comunità e se ci diamo una mano gli uni con gli altri. Ne approfittiamo per ringraziare chi , medici di base, medici ospedalieri, infermieri, oss, volontari che, dall’inizio di questa pandemia si sta mettendo a disposizione h 24 dei loro pazienti. La trincea a marzo sembrava lontana, oggi è qui, sotto casa nostra, e quello che abbiamo visto fare in alcune comunità virtuose del Nord durante la prima ondata, è importante farlo qui, ora. Rete di volontari e solidarietà, ma soprattutto una rete di medicina territoriale che si organizzi per dare risposte. La tecnologia ci può venire in aiuto, usiamola. Medici che non riuscite a processare le richieste, fate un appello pubblico perché qualcuno venga a darvi una mano, anche i social potrebbero essere utili per questo. L’Amministrazione Comunale si è messa a completa disposizione dei cittadini addirittura mettendo in piedi uno screening alla popolazione con tamponi rapidi le cui modalità verranno comunicate presto, noi come consiglieri e assessori stiamo rispondendo a telefonate che non dovremmo gestire noi, provando a fornire informazioni al cittadino chiare e attendibili. Più di questo non possiamo fare, chiediamo dunque, a chi dovrebbe gestire la cosa, di dare quanto prima, risposte utili e tempestive. Questa breve nota, vuole essere un invito, un primo richiamo formale alla riassunzione per ognuno di ruoli e responsabilità. Auspichiamo che tale invito non resti inascoltato, se così fosse, ci vedremo costretti, come forza politica, come amministratori e come cittadini a denunciare immediatamente, presso gli organi competenti, questa spiacevole e inaccettabile situazione.