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SCOPERTI FALSI POVERI

Hanno percepito indebitamente buoni Covd

Di Antonio Mancina
12 Maggio 2021
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Falsi poveri scoperti nel Cosentino, percepivano i buoni Covid senza averne diritto
Il caso più eclatante riguarda un agente assicurativo che nell’istanza non ha inserito i redditi dichiarati nel 2020 ammontanti a oltre 60mila euro. I controlli hanno riguardato i comuni di Cosenza, Luzzi, Rovito e San Giovanni in Fiore

I finanzieri del Gruppo di Cosenza e della Tenenza San Giovanni in Fiore hanno individuato 21 persone che hanno percepito indebitamente i buoni spesa, rilasciati da alcuni Comuni della provincia per sostenere le famiglie in condizioni di disagio economico a causa della situazione pandemica. Le Fiamme Gialle, in particolare, hanno acquisito e passato al setaccio gli elenchi dei percettori dei sussidi economici erogati dai comuni di Cosenza, Luzzi, Rovito e San Giovanni in Fiore, a partire dal primo lockdown e nei periodi successivi.

I controlli sono scaturiti dall’analisi delle graduatorie finali fornite dai Comuni e sono proseguiti con il riscontro delle informazioni rilasciate dai richiedenti nelle autocertificazioni, comprensive anche delle posizioni dei rispettivi nuclei familiari. Dai controlli, eseguiti incrociando le risultanze delle molteplici banche dati in uso alla Guardia di Finanza, è stato accertato che 16 persone hanno fruito indebitamente dei buoni spesa (di importo variabile tra 100 e 400 euro), per avere falsamente dichiarato di non aver percepito redditi nel periodo emergenziale, mentre, in realtà, hanno continuato a svolgere regolarmente l’attività lavorativa ed a ricevere lo stipendio dai rispettivi datori di lavoro. Altre 4 persone hanno usufruito, nello stesso periodo in cui percepivano i buoni spesa, del sussidio derivante dal Reddito di Cittadinanza, violando le disposizioni in materia che vietano il cumulo di provvidenze pubbliche.

Il caso più eclatante segnalato è quello di un agente assicurativo che nell’istanza tesa a ottenere il contributo non ha inserito sia i propri redditi dichiarati nel 2020, ammontanti ad oltre 60.000 euro, sia quelli percepiti dal coniuge, di professione promotore finanziario, che nell’ultimo decennio, peraltro, è risultato aver omesso di presentare le previste dichiarazioni fiscali. Gli autori delle false certificazioni sono stati segnalati alla prefettura di Cosenza per le conseguenti sanzioni amministrative ed agli enti locali interessati per l’avvio delle procedure di recupero del beneficio economico indebitamente fruito.

 

Antonio Mancina

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© Il Quindicinale.com Aut.Tribunale di Cosenza n° 834 11/2/ 2008

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